Omaggio a Tagore

Venerdì 28 ottobre, ore 18.30

Libreria Azalai via Gian Giacomo Mora 15 Milano

presentazione della raccolta

Omaggio a Tagore, un genio dai mille volti

a cura dell’ Is.IAO sez. lombarda e del’Associazione Culturale “Italia Asia”

In occasione del 150° anniversario della nascita di Rabindranath Tagore, esperti di diversa provenienza esplorano i molteplici ambiti in cui si espresse il grande poeta indiano, vincitore del Premio Nobel per la letteratura nel 1913.

Dio mi loda quando faccio il bene, ma Dio mi ama quando canto: La lode è la ricompensa misurata dal lavoro compiuto, ma l’amore è al di sopra di ogni ricompensa: è senza misura”.

Saranno presenti:

Marilia Albanese
Laura Ragaini
Massimo Scrignòli

L’incontro si inserisce nell’ambito della rassegna

OMAGGIO A TAGORE

Milano, 25 – 29 ottobre 2011

Centro San Fedele, P.I.M.E, Cinema Gnomo, Libreria Azalai, Spazio Sirin

 A 150 anni dalla nascita e a 86 dalla sua visita in città (1925), Milano ricorda Rabindranath Tagore (1861-1941) con una settimana di iniziative a lui dedicate, tra cinema, letteratura, danza, conferenze, pubblicazioni.

 Il Corriere della Sera del 23 gennaio 1925 descrive quella figura “grave e soave” che apparve sulla cattedra del Circolo Filologico e iniziò a parlare “con voce dolcissima; il volto raggiante di una grande serenità, i gesti sobri della mano bellissima che accrescevano l’armonia di una eloquenza ieratica e cordiale allo stesso tempo. Il Poeta, confessando la sua fede sicura nel destino dell’uomo e parafrasando un versetto delle Upanishad, annunciò ancora il Divino che si desta, che è alle porte, che uscirà nella luce. Poi, congiunte le mani in preghiera, rimase assorto.”

 Rabindranath Tagore, genio poliedrico che conquistò il Premio Nobel per la letteratura nel 1913 e protagonista dell’avvicinamento tra Oriente e Occidente, è stato un uomo di straordinaria ricchezza interiore, una delle figure più affascinanti e carismatiche del pensiero orientale, al pari di Gandhi e di altri grandi innovatori del Novecento.

Come scrive Padre Marino Rigon, profondo conoscitore dell’opera tagoriana, “il poeta dal cuore puro arriva a percepire la bellezza nelle forme più integre e alte, allontanandosi dai condizionamenti dei rapporti umani e dai limiti ristretti della necessità”. Una bellezza “primaria”, “principio inesauribile di pura gioia, rapimento di estasi… risposta ultima al bisogno innato di immortalità”.

 

(Scarica il volantino in formato pdf)

Programma 

 Martedì 25 ottobre, ore 18

Sala Ricci, Centro Culturale San Fedele, piazza San Fedele 4

Ingresso libero (sino ad esaurimento posti)

  • La figura della donna nel pensiero di Tagore”, conferenza di Francesco Rigon organizzata dalla Casa Editrice “A Oriente!”

  • Sessant’anni nella terra di Tagore”, proiezione del video “Professione missionario”, di Mario Ghiretti (ed. Emi), per raccontare l’impegno di Marino Rigon, saveriano ‘bengalese’ e ispirato traduttore.

 

Mercoledì 26 ottobre, ore 18,30

PIME, via Mosè Bianchi 94

Ingresso libero. (sino ad esaurimento posti)

Ritmi poetici nella pittura di Tagore”, conferenza con proiezioni, a cura di Vanna Scolari.

 

Giovedì 27 ottobre, ore 21

Cinema Teatro Gnomo, via Lanzone 30/A

Biglietto d’ingresso € 2,60

Film “Charulata” (“La moglie sola”) di Satyajit Ray (India, 1966, 117’), tratto dal racconto “Nastanirh – Il nido infranto” di Tagore, versione originale con sottotitoli in italiano. Introducono Pier G. Carizzoni e Marilia Albanese.

Calcutta, fine Ottocento, piena epoca coloniale inglese. Storia di Charulata, donna colta e

sensibile che si innamora di Amal, il cugino dell’ambizioso marito…

 

Venerdì 28 ottobre, ore 18.30

Libreria Azalai, via Gian Giacomo Mora 15

Ingresso libero (sino ad esaurimento posti).

Omaggio a Tagore, un genio dai mille volti”, presentazione del volume edito dalla Sezione Lombarda dell’Is.IAO e dal Centro di Cultura “Italia-Asia”, a cura di Marilia Albanese, Laura Santoro Ragaini, Massimo Scrignòli

 Sabato 29 ottobre, ore 21

Spazio Sirin, via Vela 15

Ingresso libero (sino ad esaurimento posti)

Il ritmo della vita nella danza del serpente”, spettacolo di danze kalbelia con Rakhi e Sunita Sapera della comunità nomade kalbelia di Pushkar, sulle note di “Roots of Pushkar”, canzoni tradizionali kalbelia registrate nel 2010 da Ravi Kant Sharma, fondatore dell’associazione culturale “Roots of Pushkar”. La danza kalbelia è stata dichiarata dall’UNESCO patrimonio culturale dell’umanità. Introduce Maria Angelillo.

Progetto a cura di

Marilia Albanese, Pier Giorgio Carizzoni, Laura Santoro Ragaini

Organizzato da

Associazione Culturale Dioniso, Is.IAO

Con il contributo di

Centro Studi Tagore, Galleria Renzo Freschi – Oriental Art, Is.IAO

Con la collaborazione di

Comune di Milano – Settore Cultura (Ufficio Cinema), Libreria Azalai, Associazione Culturale “Italia Asia”
Sotto gli auspici del Consolato Generale dell’India a Milano.

Si ringrazia

Francesco Rigon, Renzo Freschi, Casa Editrice “A Oriente!”, Libreria Azalai, Centro Culturale San Fedele, PIME, Spazio Sirin

Per informazioni

Associazione Culturale Dioniso 02.7200.4100 – ass.dioniso [@] alice.it
Is.IAO 02 50312376 –
isiaomilano [@] unimi.it
Comune di Milano – Ufficio Cinema 02 88 46 24 69 – 60
Cinema Gnomo 02 804 125

Dalla TERRA allo SPAZIO: gli elementi cosmici e il loro simbolismo

seminario in otto incontri
condotto da
Marilia Albanese

Laos, Luang Prabang, cascate di Kuang Si. Foto Marilia Albanese

Fondamentali nell’ambito di molte culture – da quella greca a quella indiana -, i cinque elementi cosmici si innestano in un
affascinante e ricco contesto simbolico.
Esplorarlo non solo allarga gli orizzonti della mente, ma offre anche strumenti per una migliore conoscenza e gestione del
proprio mondo interiore.

 

Gli incontri, condotti con l’ausilio d’immagini e filmati, si articolano in momenti discorsivi e semplici esperienze
pratiche alla portata di tutti e si tengono il giovedì dalle ore 18 alle ore 20.
Sede: c/o il CNU, Centro Nuovo Umanesimo
via Montepulciano 15 – Milano
(metro rossa e verde, stazione Loreto)

Costo per gli otto incontri: 180 euro
Iscrizioni e informazioni:
marilia.albanese [CHIOCCIOLA] tiscali.it

PROGRAMMA
Giovedì 6 ottobre 2011:
I cinque elementi cosmici e la loro “storia”
Giovedì 10 novembre:
La terra, stabilità e radicamento
Giovedì 1° dicembre:
L’acqua, adattabilità e appagamento
Giovedì 12 gennaio 2012:
Il fuoco, ardore e contenimento
Giovedì 23 febbraio:
L’aria, flessibilità e leggerezza
Giovedì 22 marzo:
Lo spazio etereo, limite ed espansione
Giovedì 26 aprile:
L’albero, sintesi simbolica dei cinque elementi
Giovedì 10 maggio:
Una nuova “creazione”

DALLA TERRA ALLO SPAZIO: GLI ELEMENTI COSMICI E IL LORO SIMBOLISMO
Presentazione del seminario

Sono ormai quarant’anni che mi occupo di cultura indiana, avendo avuto la fortuna, subito dopo la laurea, di iniziare a insegnare. Quello che più mi attraeva nell’ambito dello studio e dell’insegnamento era il campo artistico, perché in esso venivano espressi in maniera immediata i contenuti fondamentali del pensiero indiano, con tutte le sue sfaccettature: l’esempio più significativo di tutto ciò è il tempio, la più potente esplicitazione della visione indiana dell’Essere. A mano a mano che approfondivo le ricerche, mi addentravo nel mondo dei simboli, rimanendone dapprima affascinata a livello intellettuale e poi sempre più conquistata a livello profondo, oserei dire viscerale. Progredendo in esperienza e in età, mi rendevo sempre più conto di come il termine simbolo davvero esprimesse la funzione di collegamento (sunballein) tra i vari piani dell’essere interiore ed esteriore.

Nel frattempo ero entrata in contatto con il mondo dello yoga, al quale ancora in parte appartengo, avendo mantenuto la funzione di docente formatore in alcune scuole quadriennali per insegnanti yoga. In tale area avevo iniziato a conoscere quello che l’India aveva elaborato nel corso di millenni in merito al mondo mentale. Il simbolo assunse così una risonanza più ampia, ponendosi come possibile supporto e strumento per la conoscenza e il controllo della mente e degli stati emotivi da essa prodotti. Cominciai allora a impostare i corsi di cultura indiana con un taglio diverso, cercando di evidenziare quei concetti e quelle dottrine che potessero offrire spunti di riflessione e intervento nella quotidianità. Non più un approccio unicamente informativo, ma bensì uno formativo, innestando nel mio contesto occidentale e del terzo millennio elementi che avevo sperimentato preziosi per la crescita personale e l’interazione equilibrata e consapevole con gli altri e il mondo. Il tutto con le indubbie difficoltà che insorgono nel trasporre gli assunti di una civiltà in un humus che non è quello originario. Al contempo recuperavo le mie radici, la mia cultura, risignificandola alla luce di un’altra così distante, eppure per molti versi vicina, soprattutto quando ad entrare in gioco erano le componenti fondamentali dell’essere umano e il suo rapporto con la vita. E di nuovo il simbolo gettava ponti fra i due mondi, quello ereditato per nascita e quello che avevo scelto come ambito professionale.

In tale percorso la dottrina degli elementi cosmici mi ha offerto numerosi spunti di aggancio tra l’India e l’Europa, nonché possibilità di supporto per l’ascesi nel senso etimologico del termine: dal greco askesis, “esercizio” su di sé per migliorare la propria condizione psicofisica e spirituale. Terra, acqua, fuoco, aria e spazio s’incontrano sia nella cultura greca – in particolar modo nei presocratici – che in quella indiana, studiati dal punto di vista mistico, filosofico, scientifico, pratico e altro ancora. La ricerca che svolgo su di questi è cominciata una decina di anni fa e da cinque anni si è consolidata in seminari, corsi e incontri residenziali. Quest’anno propongo una serie di appuntamenti descritti nel box a colori: il lavoro si articola in un intreccio di teoria e pratica, ove letture, immagini e proiezioni spiegano come gli elementi siano considerati nell’ambito greco e soprattutto in quello indiano mentre semplicissimi esercizi aiutano a contattare dentro di noi la dimensione terrestre, acquatica, ignea, aerea e spaziale. Tali dimensioni vengono ricuperate in chiave psicologica, nel senso che ognuna di esse può essere collegata a differenti qualità, emozioni, stati d’animo ecc., la cui accoglienza, contenimento e trasformazione possono essere favorite da opportune pratiche.

Prendiamo la terra e la dimensione della solidità che la caratterizza. Stabilità, radicamento, equilibrio sono alcuni degli aspetti collegabili alla “solidità”. Che cosa li minaccia o li rende precari? Proveremo a scoprirlo attraverso brevi questionari, momenti di riflessione e scambio di opinioni, abbinando semplici esercizi fisici, ad esempio tadasana, la postura della montagna ispirata allo yoga e di facile esecuzione, che aiuta a essere consapevoli del peso corporeo e della sua distribuzione e favorisce il radicamento nel presente. La presenza di spirito passa anche e soprattutto attraverso la propriocezione, la coscienza del nostro essere nello spazio e nel tempo. La forma fisica è la cornice che contiene e dà risalto a un processo più profondo, essenziale, che si alimenta anche grazie ai rimandi simbolici, capaci di aprirci ad altre dimensioni che il ragionamento da solo non può raggiungere.

Nel mondo indiano si parla di tre grandi vie di realizzazione: la via del fare, la via del pensare, la via del sentire. Il percorso si situa nel contesto spirituale e la meta è altissima, la liberazione dal doloroso ripetersi delle esistenze. Eppure anche nella vita di tutti i giorni, quella in cui continuamente ci giochiamo, portare attenzione a tutte e tre le dimensioni del nostro essere nel mondo e lavorare sul corpo, sulla mente, sul “cuore”, è un modo per cercare di esprimerci a tutto tondo, facendo fruttare tutti i nostri talenti. Per questo, se seguirete il corso, dovrete lavorare con il corpo, la mente e il cuore.

Foto Marilia Albanese
Cerimonia a Ujjain: aspersione del liṇgayoni. Acqua e fuoco sono gli ingredienti fondamentali per la pūjā, il rito di offerta alla divinità.